Elio e le Storie Tese – Volkshaus Zurich 2017

Foto e Intervista di Gloria Bressan per Tuttoitalia.ch – 21 marzo 2017

Elio e le Storie Tese

 

Elio e le Storie Tese “Questo tour è stato meglio della gita delle medie”

Intervista tra il satirico e il profano sul futuro della musica italiana

 

12 date in 15 giorni, migliaia di km macinati per tutta Europa a bordo di un pullman che ha trasformato il loro primo tour d’oltralpe nell’occasione ideale per risollevare ironicamente il morale degli espatriati al grido di “Mamma, Italia, Mandolino”.

Per l’intervista con Elio e le Storie Tese incontriamo la band durante il soundcheck prima dell’atteso concerto del Volkshaus:

Questa è l’ultima tappa, cosa non vi aspettavate da questo tour?

(Faso)Non ci aspettavamo il piacere di scoprire che suonare alle 8 di sera è una figata pazzesca! L’orario anticipato è meno stressante perché non si finisce a notte fonda e consente ai giovani di godersi gli eventi muovendosi con i mezzi pubblici. Per esempio ad Assago, quando esci dal Forum, se non hai la macchina sei spacciato ed è un problema per ragazzi. E’ una fascia oraria intelligente.

(Elio)Oltre all’affetto che ci ha dimostrato il pubblico abbiamo scoperto che trascorrere 15 giorni insieme sullo stesso pullman è stata dura: volavano coltelli ogni volta che si doveva usare l’unico bagno. Una prova di sopravvivenza tipo i sommergibilisti che abbiamo superato brillantemente senza avvocati. Forse.

Bè siamo nel paese dei coltelli svizzeri…

(Faso) Infatti oggi a Zurigo ci siamo dotati tutti di coltellino svizzero da sfoderare nei duelli giornalieri sul pullman come la pattada sarda! Nel corridoio del torpedone perde il primo che rimane ferito.

Torniamo al vostro tour. Nei teatri spagnoli, parigini, tedeschi e londinesi avete scoperto un’italianità diversa?

(Elio) Assolutamente! L’abbiamo sentita sulla pelle e poi abbiamo avuto modo di osservarli e scoprire che all’estero si ascolta il concerto senza farsi continuamente selfie. Un approccio con la musica più dignitoso a nostro avviso.

Parliamo di musica allora: i vostri arrangiamenti sono di altissimo livello, i testi sempre ironici. Quanto è difficile comporre un album soddisfacendo sempre le aspettative di chi vuole ascoltare un buon sound con dei testi mai banali?

(Faso) Paradossalmente è più semplice comporre una canzone d’amore usando le stesse frasi trite e i soliti 4 accordi come è il trend del momento. Abbiamo anche osservato il festival di Sanremo ma i giovani hanno una verve che neanche Matusalemme allo stadio terminale…

 (Elio) Bisogna esserci portati. Noi abbiamo creato questo genere musicale che nasce spontaneo, goliardico, corale. Ci vuole molto impegno per creare canzoni di questo tipo e poi non siamo nati per le canzoni drammatiche.

Nonostante questo genere vi abbia portato un enorme successo non c’è nessuno, nel panorama musicale attuale che abbia seguito la vostra scia, avete il monopolio.

(Elio) Il problema è che, a parte i solisti del rap, non ci sono band che siano in grado di affermarsi seriamente.

(Meyer) Riceviamo spesso delle demo da parte di ragazzi ma da questi pezzi che propongono non emerge un rapporto di qualità tra testi e musica sufficiente per potersi imporre con un’originalità e una comunicazione forte. Manca anche la personalità soprattutto per sdoganarsi e uscire dal coro e conquistare il pubblico come siamo riusciti noi tanti anni fa.

Infatti dopo i Nomadi, siete anche tra i gruppi italiani più longevi…

(Elio) E’ vero, ma ci sono solo gruppi longevi, non esistono band con meno di quarant’anni. I massimi esponenti mondiali della musica come i Beatles, i Police hanno composto le canzoni migliori a vent’anni ma ora dove sono i giovani con nuove idee? E’ un problema enorme la mancanza di talenti (e mi riferisco a cantautori non ad interpreti) che diano aria fresca al settore.

(Faso) Negli anni 60/70 l’Italia era piena di complessi, come li chiamavano allora, si produceva pop, rock o progressive con autori straordinari ma ora ci sono solo tanti interpreti talentuosi che cantano testi banali senza apportare quella novità che dovrebbe essere l’anima per creare sempre interesse in campo musicale. L’assenza di band è sintomatica perché come diceva Demetrio Stratos le band sono un laboratorio per creare un sound proprio, unico, che può anche imporre un genere a sé nel panorama musicale.

All’estero però le possibilità e la fiducia vengono date non solo agli interpreti usciti dai talent, vero?

 (Faso) Per esempio in Inghilterra si creano ancora un sacco di gruppi a conferma che tutti quelli che hanno fatto la storia della musica arrivano dal Regno Unito.

L’ultima domanda, poco seria ma essenziale: le vostre Groupie hanno tutte il tatuaggetto e delle brutte scarpe? ( dal testo “La follia della donna”)

 

(Faso)Si ma il problema è che hanno pure i jeans strappati a livello ginocchio…che è la vera follia della moda. Non vogliamo dare giudizi di estetica ma voce allo sfogo unanime dei compagni e mariti pragmatici che hanno speso somme assurde per una suola con due laccetti di cuoio. Di moda però!

Gloria Bressan