Maneskin- kaufleuten Zurich

Intervista  ai Maneskin di Gloria Bressan per Tuttoitalia.ch del 08/02/2019.

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Maneskin: “Nessun confronto, siamo unici!”

58 date sold out in Italia e triplo disco di platino, anche in Svizzera arrivano i Måneskin.

E’ difficile catalogare i Måneskin: non ricordano i Beatles ma neanche i Rolling Stone, non somigliano fondamentalmente a nessuno tranne che a sè stessi anche se i paragoni sono stati tanti e spesso azzardati o inopportuni. E’ inutile cercare un comun determinatore per capire chi “ci ricordano” perché se sono riusciti in pochi mesi a sfondare nel panorama musicale italiano, guadagnandosi dischi di platino, la motivazione è solo da trovarsi in una parola: talento.  Anche la loro immagine, dal trucco pesante all’outfit d’impatto e spavaldo, fa solo da contorno ad enfatizzare la loro unicità. Meriti maggiorati anche dagli anni di nascita dei componenti, dal 1999 al 2001. Sono i millenials, pronti a sfondare e a prendersi tutto.

Li conosciamo per l’intervista in occasione del concerto che si terrà al Kaufleuten il 12 febbraio durante il loro tour europeo “Il ballo della vita”che toccherà anche Spagna, Inghilterra, Francia, Germania e Belgio.

Ragazzi, dai commenti on line ai vostri video c’è un entusiasmo generale che porta i vostri fans a domandarvi spesso “Ma voi che ci fate in Italia? Siete artisti che potrebbero sfondare negli Stati Uniti…”. Cosa ne pensate di queste considerazioni?

Damiano: Magari! A parte gli scherzi, il primo mercato su cui ci siamo affacciati è quello italiano e dobbiamo cercare di consolidare la nostra esperienza qui prima di guardare altrove. Abbiamo grandi sogni ma ogni cosa deve fare il suo corso. La discografia americana è il top per una band ma il nostro pensiero è quello in primis di migliorarsi e avere delle certezze da sviluppare.

Quindi la priorità maggiore in questo momento è quella di conclamare il vostro successo dando al pubblico quello che si aspetta oppure di andare avanti a stupire chi vi ascolta, sperimentando?

Victoria: Principalmente cerchiamo di stupire il pubblico cercando di essere noi stessi, producendo la nostra musica non tralasciando la soddisfazione che dobbiamo avere per quello che facciamo.

Ethan e Thomas: L’obiettivo è anche quello di superare i nostri limiti, allargare quello che è il nostro modo di comunicare cercando di piacere a un pubblico sempre più vasto. Cerchiamo anche di spaziare in diversi generi musicali senza limitarci al solo rock o funky.

Parlando di rock, ho notato che tra le immagini del vostro video “Fear for nobody” c’è la distruzione di strumenti musicali. Sono immagini simboliche del rock: è un omaggio che avete voluto fare ai grandi come Hendrix o gli Who oppure è qualcosa di più personale?

Victoria e Damiano: E’ una personalizzazione del fatto che, montando il video al contrario, vogliamo dimostrare che dietro ad una distruzione c’è una costruzione. Il video è un percorso in cui si simboleggia anche lo scrollarsi dagli abiti la polvere e rivestirsi con vestiti migliori come superamento delle proprie paure. Ambendo a qualcosa di più grande.

L’ambizione più grande potrebbe essere impersonata dalla vostra musa Marlena. Di questo ruolo ispiratore, avete nel vostro immaginario un volto che lo rappresenta?

Damiano: In realtà ognuno la deve interpretare a proprio modo: per noi è la libertà, la bellezza e la passione ma non ha un volto. Chi ascolta i nostri brani deve immaginarsi una musa da idealizzare personalmente, altrimenti il simbolo di libertà non avrebbe senso.

E quindi la Musa che porterete a Zurigo riserverà sorprese al pubblico italo-svizzero?

Tutta la band: Certo ma evitando gli spoiler possiamo assicurare di avere la giusta aspirazione per regalare al pubblico un concerto coinvolgente. Siamo reduci da diverse date in Italia e siamo entusiasti del feedback che ci ha dato il pubblico in diverse città italiane. La dimensione live è quella che ci rappresenta maggiormente e che ci gratifica: avere a che fare con un parterre completamente diverso è sicuramente stimolante.

E molto probabilmente, a fine concerto, la strada per tornare a casa di Marlena passerà anche dalla Svizzera…