Paolo Virzi’

Intervista di Gloria Bressan per Mercoledi Italiano del 10 settembre 2014

Il capitale umano di Paolo Virzi’

Dall’11 settembre la Filmcoopi presenta nella sale di Zurigo il premiato film del regista livornese Paolo Virzì che ci regala un lungometraggio in cui l’avidità, la speculazione, l’amore e la morte sono intrecciati in un unico filo che fa riflettere sulla società moderna.

Mercoledi’ Italiano ha avuto il piacere di intervistare l’acclamato regista.

Signor Virzì il suo è un film intenso e attuale ma nonostante affronti un argomento impegnativo come il valore umano in alcune scene traspare la sua vena ironica: lei come definirebbe il genere a cui appartiene, noir, tragicomico oppure neorealista?

Abbiamo cercato di mescolare i toni noir dell’indagine delittuosa con quelli dello humor amaro più consueti del mio cinema. Rispetto ad altri miei film c’è meno tenerezza ed è presente un tono più beffardo e un’ironia più pungente per descrivere la società e la crisi contemporanea ma sempre con un sorriso sardonico.

 

Lei ha dipinto lo stereotipo della borghesia milanese oppure le caratteristiche di questi personaggi e i loro comportamenti sono ormai universali e quindi riscontrabili ovunque ci sia benessere economico?

Raccontiamo un mondo molto comune in un paesaggio tipicamente benestante e potrebbe svolgersi benissimo anche in Svizzera. Abbiamo adattando una vicenda che si svolgeva in America all’hinterland milanese dimostrando che il mondo si è rimpicciolito e certe tematiche come l’avidità o l’angoscia di perdere quello che si è conquistato sono un dato comune del mondo occidentale. Un personaggio ormai internazionale è il broker che non scommette più sul sistema industriale ma sul rischio di fallimento dei paesi come l’Italia.

 

“Il capitale umano” è un affresco della commedia umana ritratto dal punto di vista di personaggi cinici, ingenui e opportunisti ma anche dall’amore di adolescenti. Qual è il messaggio finale che vuol lasciare il film?

Questo è un film senza eroi in cui nessuno manca di peccato. Le aspettative dei genitori hanno un ruolo chiave nella trama ma preferisco affidare il significo del film allo spettatore che può dare un’interpretazione personale valutando le diverse sfaccettature dei protagonisti.

 

Il film è tratto da un best seller americano. Leggendo il libro Lei ha immaginato subito quali attori italiani sarebbero stati adatti a ruoli da protagonisti o è stata una scelta ponderata?

Mi è venuto naturale immaginare immediatamente i ruoli principali per il bravissimo Fabrizio Bentivoglio, per Valeria  Bruni Tedeschi e per il poliedrico Gifuni con cui volevo lavorare da tempo mentre i giovani sono stati scelti dopo una lunga serie di provini. Un cast di una bravura eccezionale ha contribuito al successo e alle premiazioni del film.

 

Il lungometraggio ha ricevuto numerosi consensi anche all’estero partendo dal tribeca film di New York .C’è un nuovo rilancio internazionale del cinema italiano anche grazie a Lei e a registi come Sorrentino?

C’è molto interesse in questo momento e direi che è meritato perchè ogni anno si producono in Italia dei film notevoli. Il capitale umano uscirà in più di 40 paesi del mondo ed è la dimostrazione che il talento dei nostri attori, della troupe e delle produzioni viene ripagato all’estero con entusiasmo sempre crescente.

Alla première di Zurigo una sala cinematografica piena e un pubblico entusiasta confermano il valore di questo film che per noi italiani è sempre un orgoglio poter applaudire.