Giuseppe Giacobazzi – Volkshaus Zurigo 2015

Foto e articolo di Gloria Bressan per  Zurcher Oberlander / Mercoledi’ Italiano- oktober 2015 

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Dalla romagna con furore

“Mi stupisco che siate in tanti a conoscermi a Zurigo ma evidentemente oggi pomeriggio non avevate niente di meglio da fare…” comincia così, con ironia e umiltà lo spettacolo di Giuseppe Giacobazzi, jeans e camicia bianca di rito che rispecchiano il suo modo di fare comicità in modo semplice e schietto.

In pochi secondi la sua parlata romagnola diverte tutto il pubblico che, conoscendo il personaggio televisivo cresciuto sui palchi e negli studi televisivi di Colorado e Zelig, ha grandi aspettative che non vengono assolutamente deluse.

Si ride di gusto per le sue battute e soprattutto si viene coinvolti nella sua allegria e nel suo modo di raccontare la vita che inevitabilmente fa ridere soprattutto se stesso aumentando esponenzialmente l’ilarità di chi ascolta.

Giuseppe Giacobazzi realizza, nel suo spettacolo, un percorso di ricordi che spaziano dal grembiulino extra large della sua infanzia alle espadrillas dell’adolescenza al panta-calza delle ragazze degli anni ottanta; si sofferma sul ricordo dei motorini truccati assurdamente e sulla spiegazione dell’aerodinamicità della fiat 124 fino ad arrivare alla descrizione del vero romagnolo medio in spiaggia. L’artista continua facendo leva sull’atmosfera discotecara delle domeniche pomeriggio della sua pubertà in cui le ragazze venivano “puntate” stando appoggiati ad una colonna con un bicchiere in mano e il cotone idrofilo per imbottire vuoti creati da jeans troppi stretti. Battute che si trasformano in immagini vive che ognuno di noi, cresciuto in quegli anni, ha in quel cassetto della memoria che in questo frangente apre con entusiasmo (e con un po’ di rimpianto per averle scordate).

Ma è con la sua filosofia sui sessi, uomini e donne come entità troppo semplici e troppo complesse incompatibili tra loro, che il comico dà il meglio di se stesso strappando, spesso e volentieri, risate fragorose che nell’apoteosi del bagno ergonomico e della moglie che porta il proprio uomo all’Ikea si trasformano addirittura in lacrimoni di ilarità.

 

Il cinquantenne romagnolo racconta con intimità e sincerità episodi di vita quotidiana trasformando lo spettacolo in un successo che ha portato la solarità romagnola in un autunnale pomeriggio zurighese. Bravo!

Gloria Bressan