Claudio Golinelli (Il Gallo) – Bistrot Bollicine Gebenstorf 2017
Foto e intervista di Gloria Bressan 25/11/2017
Il mondo visto dal palco di Modena Park
Il Gallo ha accettato con entusiasmo l’invito dello staff del Bar Bistrot Bollicine di Gebenstorf per accompagnare un esclusivo tributo a Vasco nella Svizzera tedesca.
Per presentare Claudio Golinelli servono davvero poche parole. Basta scomodare la nostra memoria musicale facendo riaffiorare le prime note di Siamo solo noi e immediatamente si intuisce il suono del basso e il calibro dell’artista che abbiamo davanti. Occhi chiari, sguardo vissuto e accento romagnolo che ricordano molto il rocker di Zocca con cui ha condiviso gran parte della sua vita artistica, contribuendo alla composizione delle più belle canzoni del panorama musicale italiano. Il Gallo viene accolto al Bollicine dagli applausi e incitamenti del pubblico a conferma di una carriera di successo che si è coronata con Modena Park ma che ha visto anche eccellenti collaborazioni con i migliori artisti italiani.
Claudio, il tuo basso ha accompagnato le performances di grandi nomi della musica italiana. Chi ti ha dato la possibilità di caratterizzare maggiormente le canzoni?
Io mi sono sempre adeguato allo stile degli artisti ma con Gianna Nannini, con Finardi, i Tazenda e Celentano mi sono divertito moltissimo. E con Vasco ho trovato il feeling perfetto componendo giri di basso che caratterizzo molto.
Quindi è di Vasco Rossi la canzone che preferisci?
Dipende dai periodi. Quando sono stato in ospedale mi piaceva molto Vivere per ovvie ragioni… ma se devo sceglierne una ti dico Sally. Poi, tra le band seguo, per esempio, un gruppo americano che si chiama October Project ma amo anche gli irlandesi Corrs.
Se ad un artista come te, dalla vita spericolata, dicessi di commentare un testo di una canzone come “ Mio padre non aveva poi sbagliato a dire che un laureato conta più di un cantante” (L’avvelenata- Francesco Guccini) cosa mi diresti?
Mi viene da ridere! Guccini lo disse con ironia ma io non cambierei nulla della mia vita. Devo dire che io mi sono diplomato al conservatorio, sono professore di contrabbasso e questo all’inizio mi ha aiutato nella carriera. Poi ho cambiato genere perché nelle prime prove di orchestra di opera lirica mi veniva sonno durante l’esecuzione: era musica di alto livello ma cercavo un ritmo diverso. Quello non faceva per me! In ogni caso se non avessi studiato non sarei stato in grado di suonare con Battiato e leggere le note negli spartiti che mi mandava a casa…
Toglici una curiosità. In tour, il rapporto professionale tra la band e la rock star, sfocia spesso in amicizia oppure no?
Oppure no direi. Non è scontato che la condivisione di un tour crei legami stretti. Con Vasco c’è un rapporto fraterno che dura da 40 anni, di comprensione e di condivisione perché insieme a lui e Riva ne abbiamo combinate agli inizi! Ora la sua grande popolarità ha fatto perdere la spontaneità degli incontri. Per esempio, circa un anno fa, lui mi venne a salutare a Bologna in mezzo alla gente. Non lo riconobbi subito, era tutto imbacuccato per non essere riconoscibile e quando ho esclamato il suo nome, tra le persone vicine, è successo il pandemonio ed è dovuto scappare subito. E’ il prezzo inevitabile del successo e lo accettiamo.
A proposito di successo, ci racconti come hai vissuto Modena Park?
Io sono arrivato alle quattro del pomeriggio. Il palco era inaccessibile, non ci ero ancora stato ma io sono salito per accompagnare Red Ronnie. Eravamo curiosi! Ho guardato da dietro le quinte il pubblico e non dico di aver avuto panico ma a 67 anni, dopo tanti concerti negli stadi, sinceramente ho provato un’emozione indescrivibile. Le luci e i riflettori non ti consentono di avere una visuale ampissima ma ascoltare la voce, i cori, di 220 mila fan è stato unico. Eravamo pronti comunque, abbiamo fatto per un mese sette ore di prove al giorno per riuscire a farne quattro belli pimpanti. A livello fisico è faticoso, ti esibisci con Vasco Rossi quindi anche Sally la devi suonare con grinta. Io, ormai, sono in pensione ma se Vasco mi ripete “tè devi morire sul palco con mè, hai capito” io lo seguo, mi annoierei molto se mi dovessi fermare.
Secondo me Vasco ha ragione…
Anche secondo me…
L’ora di salire sul palco è arrivata, il pubblico freme, l’aria è frizzante. Al bistrot Bollicine, un nome che conferma la passione dei gestori Alba e Ennio, si è organizzato alla perfezione un evento carico di aspettativa da parte dei tanti fans che attendono l’esibizione anche dei talentuosi Modena Republic Tribute Band. Un preludio per tanti altri eventi a cui potremmo assistere nei prossimi mesi per ascoltare buona musica da chi se ne intende.
Il Gallo scambia battute, si fa fotografare, presta attenzione alle confidenze del pubblico e si prepara con la band a scaldare l’atmosfera.
E quando dal suo basso nascono le prime note di Siamo solo noi la rock star è solo lui.
Gloria Bressan
Bistrot Bollicine info e prossimi eventi: https://www.facebook.com/bar.bistrot.bollicine3