Ludovico Einaudi – Zurich
Ludovico Einaudi, Zurigo. Foto e testo di Gloria Bressan – 06 maggio 2018
Tour : Ludovico Einaudi Tour
Location : Hallenstadion Zurich
Event by : Allblues Konzert AG
Audio cd : Elements
Mediapartner : Tuttoitalia.ch, La pagina.ch
Einaudi incanta l’hallenstadion
Ludovico Einaudi si è esibito domenica 6 maggio all’hallenstadion di Zurigo davanti ad un pubblico che ha riempito la sala in attesa di uno spettacolo dedicato interamente all’ascolto. L’artista piemontese è ormai consacrato a livello mondiale. Un suo concerto è un’esperienza unisensoriale dato dalla mancanza di elementi disturbanti che possono distogliere l’attenzione dall’unica protagonista : la sua musica.
La musica come unico elemento
Un concerto incantevole in cui è possibile chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dai suoni. Le luci sono molto soffuse, nessun rumore di sottofondo, sul palco Einaudi trasforma il movimento delle dita sulla tastiera in pura arte musicale. Non servono riflettori, pochissimi giochi di luci che esaltano unicamente chi crea in quel momento la magia.
Il compositore italiano evoca gli elementi, la materia e l’energia dando una percezione della realtà particolare e unica. E queste note arrivano al pubblico perchè ogni nota è pronta ad essere interpretata soggettivamente da chi ascolta, facilmente e straordinariamente intuibile come nel brano “Night”.
Vediamo il compositore solo di spalle confermando la poca importanza che Einaudi vuole dare all’immagine focalizzando se stesso e la sua talentuosa band in un cerchio immaginario in cui comunicano visivamente tra loro.
Einaudi, brano dopo brano, presenta il suo album :“Elements nasce da un desiderio di ricominciare daccapo, di intraprendere un nuovo percorso di conoscenza. C’erano nuove frontiere – sul filo di quello che conoscevo e di quello che non conoscevo – che da tempo desideravo indagare: i miti della creazione, la tavola periodica degli elementi, le figure geometriche di Euclide, gli scritti di Kandinsky, la materia sonora, ma anche i colori, i fili d’erba di un prato selvaggio, la forme del paesaggio. Per mesi ho vagato dentro una miscela apparentemente caotica d’immagini, pensieri e sensazioni; poi, tutto gradualmente si è amalgamato in una danza, come se tutti gli elementi facessero parte di un unico mondo, ed io anche.”