Zucchero – Hallestadion Zurigo 2016

Intervista di Gloria Bressan per Inews.ch Giugno2016 e  tuttoitalia.ch Settembre 2016

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Intervista a Zucchero,Zurigo

Zucchero: il gatto nero porta fortuna!

Successo di pubblico e critica per l’ultima produzione musicale del bluesman italiano.

“Partigiano Reggiano”, il coinvolgente e ritmato singolo del cantante emiliano, è in vetta alle classifiche da settimane trascinando con sé l’apprezzamento per il nuovo album “Black Cat” che verrà presentato live in un atteso tour mondiale. Le prime dieci date saranno previste nell’esclusivo contesto dell’Arena di Verona dal 16 settembre.

Abbiamo incontrato Zucchero durante il suo tour promozionale a Zurigo scoprendo un artista ironico che racconta una carriera unica con un’umiltà straordinaria.

Il video di “Partigiano Reggiano” ha superato un milione e mezzo di visualizzazioni e associa inaspettatamente delle immagini dal sapore Old Western a un titolo che richiama invece la tua Emilia: è un omaggio a due terre che ami?

“Si, ho sempre trovato grandi affinità tra quella parte dell’Emilia bagnata dal Po con i territori degli Stati Uniti lambiti dal Mississippi: non solo per la condivisione di alcuni scorci di paesaggi fluviali e tradizione gastronomiche come il pesce gatto fritto ma, soprattutto, per quel particolare modo di vivere sanguigno e passionale, tra il sacro e il profano che contraddistingue i paesi di provincia in cui sono cresciuto.”

C’è una fascia di pubblico, giovanile o matura a cui preferisci dedicare le tue canzoni?

“Non mi precludo mai nulla perché sarebbe come snaturare la mia spontaneità musicale. Il range del mio pubblico spazia dall’adolescente che si diverte a cantare “Pippo, che cazzo fai…” o “Per colpa di chi…” alle persone mature che apprezzano le ballate più intense e profonde. Sono consapevole del fatto che i giovani apprezzino particolarmente il rap con cantanti che dimostrano di essere contro il sistema perché il rap ha sostituito i testi non politicamente corretti che prima erano prerogativa del rock. Mi piace ricordare che ero stato il primo a utilizzare la parola “Zio”, ora usata nel linguaggio giovanile comune. Per questo i Club Dogo hanno voluto un mio intervento in una loro canzone in cui canto “C’è bisogno d’amore sai zio” ed è piacevole entrare in un genere musicale a me estraneo usufruendo del mio vocabolario che è ancora attuale.”

Nel corso degli anni, quindi, noti un cambiamento nella scelta delle parole per le tue canzoni?

“Forse sono diventato più attento, saggio. Deve essere positivo visto che la saggezza è l’unica cosa utile nell’invecchiare!”

L’elenco delle tue collaborazioni con artisti italiani o internazionali di altissimo livello è notevole: quale è stato l’artista con cui hai avuto più entusiasmo per sperimentare?

“Sicuramente il tour con Clapton è stato un periodo intenso e creativo ma la svolta decisiva è stata con Pavarotti & Friends che ha coinvolto nomi come Bono o Elton John in un crossover che ha unito per la prima volta la musica lirica con la musica popolare. Momenti indimenticabili li ho passati con Sting e con Brian May con cui ho condiviso l’evento dedicato a Nelson Mandela a Città del Capo.”

L’idolo, invece, che ti ha folgorato?

“Sicuramente la prima volta che vidi a Woodstock Joe Cocker con il suo timbro particolarissimo e rabbioso che mi arrivava all’anima. Da lì è nata l’ispirazione per il mio stile che si è indirizzato verso un mix di musica black e mediterraneità.”

Il tour che andrai a preparare sarà con una band che suonerà particolarmente in strumentale, quasi analogico…

“Si, c’è molta adrenalina perché devo preparare un gruppo che suoni in organico e non è facile perché avrò bisogno di strumentisti, di fiati, di batterie, di coriste. L’album è particolare perché è stato eseguito senza sequencer e drum machine quindi anche dal vivo per adeguarsi ci vuole molta preparazione.”

Zucchero, Black Cat questa volta ti ha portato fortuna?

“Pare proprio di si” ammette ridendo con sincerità “non è stato malevolo”.

Visti i risultati, non possiamo che essere d’accordo!

Gloria Bressan